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IL CALCIO A FOGGIA

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Questa page si occuperà di parlare del calcio in capitanata, di tutte le sue sfaccettature, anallizando sia gli aspetti tecnici sia gli aspetti divertenti, parlando sia del calcio a livello dilettantistico sia a livello giovanile.

L'obiettivo che ci siamo prefissatti con questo nuovo progetto, è dare visibilità ai giocatori foggiani più meritevoli, dilettanti e non, e che si riescono a distinguere per bravura, personalità e professionalità.

Attraverso interviste ai personaggi più in rilievo del calcio Foggiano, articoli vari e annedoti calcistici, proveremo a creare una rete tra giocatori, staff e dirigenti che sia più forte della rete di "conoscenze e raccomandazioni" che ha caratterizzato il nostro territorio nell'ultimo periodo.

Vogliamo dare spazio alla meritocrazia, e portarla ad un livello superiore di tutto lo sporco che c'è nel calcio di oggi.

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Francesco Sollitto - #ilCapitano

  • Immagine del redattore: Il calcio a Foggia
    Il calcio a Foggia
  • 13 apr 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Questo articolo segue il format "Il capitano", in cui verranno intervistati i capitani di alcune delle squadre più rilevanti in capitanata per parlare della loro carriera e del loro rapporto con il club e tifosi.


Ho avuto il piacere di intervistare Francesco Sollitto, pilastro della difesa e storico capitano dell'Atletico Vieste.

La sua avventura con il club garganico inizia all'età di 15 anni nel campionato di seconda categoria, e dopo aver trascinato la squadra fino alla promozione in Eccellenza collezziona più di 200 presenze nel massimo campionato regionale pugliese.


Abbiamo parlato di come sia cambiato il calcio e il modo di giocare negli ultimi anni, anche nel suo Vieste:


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"Ho avuto la fortuna e il piacere nelle ultime 3 stagioni di essere allenato da mister Bonetti, che predilige l’impostazione dal basso partendo dal portiere, ma solo se hai il coraggio di osare questo tipo di gioco porta i suoi frutti. A noi è andato alla grande, molto probabilmente perché ho avuto come compagni dì squadra una rosa di ragazzini sbarazzini, ma con ottime qualità tecniche"

Come lui stesso afferma, oltre mister Bonetti anche altri tecnici si sono dimostrati fondamentali per il suo percorso di crescita. Tra questi, sicuramente, il tecnico Franco Cinque:


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"Sotto l'aspetto prettamente caratteriale e tecnico, mister Franco Cinque è quello che mi ha formato. Dal punto di vista motivazionale è il numero uno. Ogni domenica ti fa diventare un guerriero in mezzo a quel rettangolo di gioco. A 21 anni ho vinto la promozione con lui. A 22 mi ha affidato la difesa in eccellenza, con a fianco due ragazzini di 18 anni."

Infine, in questo particolare momento storico, Francesco ha voluto appellarsi al nostro buon senso per superare le difficoltà che questa quarantena ha portato.

"Colgo l’occasione per salutare tutti e invitare a restare a casa in questo momento delicato per il nostro Paese e avere pazienza, perché tutto si risolva e ben presto si torni a fare quello che amiamo su quel rettangolo di gioco. Ora è il momento di vincere la partita più importante. Siamo una Nazione che si è rialzata tante volte. E stavolta ci rialzeremo ancora più forti."

Ringrazio Francesco per il tempo dedicato e gli auguro il meglio per tutto futuro.

Ecco le risposte integrali:



  • Negli ultimi anni il calcio è cambiato molto, in particolare il ruolo del difensore, che non deve più preoccuparsi solo della fase difensiva ma anche della fase d'impostazione. Da questo punto di vista, quanto è stato importante per la tua crescita personale il gioco propositivo del vostro Vieste?

"Ho avuto la fortuna e il piacere nelle ultime 3 stagioni di essere allenato da mister Bonetti, che predilige l’impostazione dal basso partendo dal portiere. Un gioco bello se tutti hanno la mentalità e la predisposizione nel farlo. Solo se hai il coraggio di osare,questo tipo di gioco porta i suoi frutti. A noi è andato alla grande, molto probabilmente perché ho avuto come compagni dì squadra una rosa di ragazzini sbarazzini, ma con ottime qualità tecniche. Inculcarlo a giocatori navigati diventa già un po’ più complesso. Questo non significa denigrare il resto dei tecnici che ho avuto. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa, da mister CINQUE a mister OLIVIERI. Con quest’ultimo ho vissuto forse la stagione più entusiasmante nell’Atletico Vieste"



  • Per il momento, sono 8 le stagioni disputate con la maglia dell'Atletico Vieste: quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a legarti così tanto a questa squadra? Come credi procederà la tua carriera dopo il ritiro dal calcio giocato (sperando avvenga il più tardi possibile), credi potresti ricoprire un altro ruolo in società?

"Da nove anni gioco in eccellenza, il resto nelle serie inferiori. Ho avuto la fortuna di partire dalla 2a categoria con questa società all’età di 15 anni, facendo tutta la trafila, fino alla promozione in eccellenza. Le motivazioni che mi hanno legato a questi colori riguardano la programmazione e la serietà dei presidenti che sono al vertice societario. Nel calcio dilettantistico non è cosa da poco, trovare gente seria. Non penso sia arrivato il momento di lasciare, più passano gli anni e più mi sento bene fisicamente e mentalmente. Quando un giorno deciderò di lasciare il calcio giocato, tenterò la via della panchina. Allenare mi appassiona non poco"

  • C'è qualche persona che ha particolarmente segnato il tuo percorso, motivandoti a crescere sia caratterialmente che calcisticamente? In che modo?

"Come dicevo prima, ogni mister mi ha lasciato qualcosa. Posso dire che sotto l'aspetto prettamente caratteriale e tecnico, mister Franco Cinque è quello che mi ha formato. Dal punto di vista motivazionale è il numero uno. Ogni domenica ti fa diventare un guerriero in mezzo a quel rettangolo di gioco. A 21 anni ho vinto la promozione con lui. A 22 mi ha affidato la difesa in eccellenza, con a fianco due ragazzini di 18 anni"


  • Se dovessi scegliere i compagni da chiamare per un torneo di calcio a 6, quale sarebbe la tua top 6 (compreso te stesso) di ex o attuali compagni dell'Ateltico Vieste?

"Sono pochi 6 posti a disposizione. Ho avuto la fortuna di giocare con tanti ottimi atleti. Con parecchi di loro sono nate delle amicizie fraterne per cui ci vorrebbe almeno 4 squadre per elencarli tutti.Preferisco non fare nomi. Anzi, colgo l’occasione per salutare tutti e invitarli a restare a casa in questo momento delicato per il nostro Paese e avere pazienza, perché tutto si risolva e ben presto si torni a fare quello che amiamo su quel rettangolo di gioco. Ora è il momento di vincere la partita più importante. Siamo una Nazione che si è rialzata tante volte. E stavolta ci rialzeremo ancora più forti."


 
 
 

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